martedì 22 gennaio 2013

Così lo conobbi, così me ne andai.

Così lo conobbi, così me ne andai.
Pioveva la mattina che successe. Avevo freddo quando successe.
Avevo fame quando successe.
Ero solo quando successe.
Quando successe non credevo davvero che qualcuno potesse venire a farmi visita tra le mie colline, ma fu così quando successe.
La pioggia mi ha sempre dato fastidio, così quella mattina, mi nascosi sotto un albero quando successe.
Mentre ero lì, notai che c'era una piccola abitazione in legno vicino al mio laghetto preferito. Era lì quando successe. Vidi quella strana figura alzarsi dal letto, prendere qualche utensile appuntito in legno e uscire da casa sua, quando successe.
Si avvicinò a me quando successe.
Io facevo finta di niente, ma quando mi si avvicinò quasi a toccarmi, decisi di spostarmi dal mio nascondiglio. L'essere strabuzzò gli occhi ed indietreggiò quando successe.
Cercai di avvicinarmi; cercai di fargli capire che non volevo fargli male, quando successe.
Lui tirò fuori uno dei suoi strani attrezzi di legno, e mi perforò il petto. Mi faceva male il cuore, quando successe. Io persi l'equilibro e cominciai a cadere verso di lui, quando successe. Con quello che sembrava un sussulto, mi colpì nuovamente, quando successe. Quel colpo mi fece riprendere l'equilibrio. Stavo per piangere, quando successe. Non avevo amici, quando successe.
Urlai di rabbia quando successe. Il mio cuore scoppiò, ed io con lui, quando successe.
E mentre ormai ero solo cenere al vento, lo vidi allontanarsi, senza ferite e con una smorfia soddisfatta in volto. Volevo solo essere suo amico.
Così lo conobbi, così me ne andai.

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